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Mobility manager: cosa fa e come diventarlo

Scopri il mobility manager cosa fa, come diventarlo e quanto guadagna. 

Una delle figure più importanti degli ultimi tempi per le aziende è il mobility manager. Insieme al sustainability manager, si tratta di un professionista fondamentale per la riduzione dell’impatto ambientale di un’azienda: mai come oggi, con la situazione climatica in corso, il suo è un lavoro prezioso. Ma come diventare mobility manager? 

Scopriamo tutto in questo articolo, dove parleremo anche di mansioni, requisiti e stipendio del mobility manager.

Mobility manager chi è 

Il mobility manager è il responsabile della mobilità sostenibile che opera per un’azienda o per un’organizzazione di altro tipo. Introdotto nel ‘98 con un decreto ministeriale, è oggi tornato nell’interesse normativo grazie al Decreto Rilancio (DL 34/2020), dove non solo ne vengono definiti requisiti e mansioni, ma anche l’obbligatorietà in alcuni casi. 

In particolare, la figura del mobility manager è obbligatoria per le aziende e le pubbliche amministrazioni con più di 100 dipendenti, ma anche per i Comuni che superano i 50.000 abitanti. 

In tutti gli altri casi è comunque molto consigliata, in quanto permette di ridurre l’impatto ambientale di un’azienda andando a incentivare l’uso di soluzioni alternative e più sostenibili per gli spostamenti casa-lavoro di dipendenti e lavoratori. 

Tipi di mobility manager

È importante notare che la Legge definisce tre diverse tipologie di mobility manager: 

  • Mobility manager d’area: viene nominato da Comuni, Province e Regioni per cui si occupa di organizzare gli interventi che riguardano la mobilità sul territorio. Per fare questo, collabora con le strutture preposte al traffico nell’area di interesse;
  • Mobility manager aziendale: è la figura classica, che viene nominata dall’azienda stessa per cui si occupa di verificare le modalità di spostamento casa-lavoro e avanzare proposte alternative e più sostenibili;
  • Mobility manager scolastico: definito nel 2015, si occupa di trovare soluzioni più sostenibili ed efficienti negli spostamenti casa-lavoro sia dei dipendenti sia degli alunni. Per farlo, coordina il suo lavoro con le aziende di trasporto e mobilità locale. Uno dei suoi compiti più importanti è anche quello di riferire agli uffici regionali eventuali difficoltà per alunni/lavoratori disabili. 

Mobility manager cosa fa

Abbiamo quindi capito che il mobility manager è una figura di supporto ad aziende e pubbliche amministrazioni per quanto riguarda scelta, pianificazione, programmazione e gestione delle alternative sostenibili per la mobilità. Si tratta infatti di un manager, con però pieno focus sulla questione mobility. Il suo strumento principale è il Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro (PSCL), un documento che le aziende devono avere e adottare obbligatoriamente entro il 31 dicembre di ogni anno. 

Il mobility manager stila il PSCL organizzandolo in diverse parti:

  • Introduzione
  • Analisi e informazioni
  • Parte progettuale vera e propria, con proposte e iniziative 
  • Programma di monitoraggio per tenere d’occhio i cambiamenti 

Questo però non è il suo unico compito: il mobility manager cosa fa più nel dettaglio? 

Il suo lavoro si divide in 3 macro-aree: 

  • Cura dei rapporti con enti pubblici e privati che operano nell’ambito della gestione degli spostamenti. In questo modo, crea una valida rete di relazioni e contatti. 
  • Creazione del PSCL, nel quale promuove la realizzazione degli interventi necessari e mirati alla riduzione dell’impatto ambientale. È qui che il mobility manager incentiva l’utilizzo del servizio di trasporto pubblico e di altre soluzioni sostenibili come car pooling, bike sharing, navette e la preferenza alla mobilità ciclo-pedonale. A prescindere dalle proposte, l’obiettivo è sempre quello di disincentivare l’uso delle auto private.
  • Presentazione del piano. In questa fase il mobility manager si occupa di presentare i servizi disponibili per il trasporto, in modo che lavoratori e alunni possano scegliere la soluzione più adatta alle loro esigenze e cambiare le proprie abitudini sulla mobilità.

Leggi anche: Come diventare project manager

Come diventare mobility manager: corsi e formazione

A questo punto è arrivato il momento di scoprire come diventare mobility manager! Attualmente non esiste un percorso specifico da intraprendere, in realtà, ma data l’importanza crescente del ruolo non è detto che non arrivi nei prossimi anni. Ad ogni modo, oggi come oggi per diventare mobility manager ci sono diverse opportunità tra Master e corsi di specializzazione.

Non essendoci un percorso definito la laurea non è obbligatoria, ma è quasi come se lo fosse perché la maggior parte delle aziende cercano figure altamente qualificate. Infatti, il percorso più indicato per diventare mobility manager prevede la laurea in Ingegneria Gestionale. 

A cui aggiungere, poi, uno dei corsi di specializzazione o dei master che ti permettono di approfondire l’argomento del mobility management, come:

  • Master in Economia e Management dei Trasporti, della Logistica e delle Infrastrutture (Bocconi, Milano) 
  • Master in Gestione della Mobilità Sostenibile (La Sapienza, Roma)
  • Master in Eco & Mobility Management (LUISS, Roma) 

Leggi anche: Tipi di ingegneria: quali esistono?

Competenze e requisiti per diventare mobility manager

Nonostante non ci sia oggi un percorso specifico per diventare mobility manager, ti sarai comunque reso conto dell’importanza di questo ruolo. Se ben svolto è davvero una risorsa preziosa per un’azienda, che le permetterà di diventare più green e allo stesso di risparmiare. Parliamo infatti di una figura interdisciplinare, che deve dunque presentare capacità in diversi ambiti e ad alti livelli, così da riuscire sempre a vedere il quadro generale della situazione e optare per le scelte migliori. 

Secondo l’Associazione Euromobility, ente che riguarda i mobility manager, le competenze necessarie per svolgere questo ruolo al meglio devono riguardare tutela ambientale, logistica, comunicazione e marketing

Non sono da meno anche le doti organizzative e le doti relazionali, dal momento che uno dei compiti principali di un mobility manager è quello di creare relazioni. 

In ultimo, è importante anche avere una grande capacità di fare analisi dei contesti

Parlando invece dei requisiti minimi secondo la Legge, per diventare mobility manager è necessario aver seguito un percorso di studi professionale, oppure avere alle spalle esperienza dimostrabile in mobilità sostenibile, trasporti o tutela ambientale.

Quanto guadagna un mobility manager: stipendio 

Lo stipendio del mobility manager dipende molto dal tipo di azienda oppure organizzazione da cui è stato assunto, così come dalla dimensione della realtà in cui lavora e dal ruolo che svolge al suo interno. 

In genere, in Italia parliamo di uno stipendio medio che si aggira intorno ai 40-50.000€ lordi l’anno. Questa cifra può aumentare e toccare fino ai 100.000€ lordi l’anno nel caso in cui si ricoprano ruoli dirigenziali all’interno di grandi aziende. 

Ad ogni modo parliamo di un’ottima retribuzione, e anche di una valida scelta per il tuo futuro. Diventare mobility manager oggi significa strizzare un occhio al domani: la green economy è una realtà sempre più consolidata, e mai come oggi c’è bisogno di esperti del settore. 

Detto questo, ora sai tutto sul mobility manager cosa fa, qual è il suo ruolo e come diventarlo. Se hai a cuore l’ambiente, di certo il tuo lavoro in qualità di responsabile della mobilità sarà un contributo prezioso per la Terra e per tutti noi. 

Se non sei convinto del tutto, continua a cercare la tua strada qui su Orientativamente: abbiamo una guida per ogni professione, anche la più improbabile. E per rimanere in tema di ambiente, perché non scopri le opportunità per lavorare a contatto con la natura? 

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