Tutti noi conosciamo e abbiamo studiato la figura di Sigmund Freud, il padre della psicoanalisi: ma come diventare psicoanalista e seguire le sue orme?
E cos’è esattamente la psicoanalisi? In che modo questa disciplina può aiutare le persone a stare meglio a livello psicologico? Te lo spieghiamo in questo articolo, nel quale andremo anche ad analizzare -per rimanere in tema!- tutte le caratteristiche di questo lavoro. Alla fine della lettura saprai lo psicoanalista cosa fa, quanto guadagna, che percorso di studi affronta e qual è la differenza tra psicologo e psicoanalista, ma anche la differenza tra psicoanalisi e psicoterapia!
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Cos’è la psicoanalisi e perché diventare psicoanalista
Prima di vedere come diventare psicanalista, però, cerchiamo di capire la cosa principale: che cos’è la psicoanalisi?
Si tratta di una branca della medicina, una disciplina psicologica che nasce nel 1896 quando Sigmund Freud utilizza per la prima volta il termine “psicoanalisi” per intendere lo studio dell’anima e della mente.
Tutto si basa sul suo famoso metodo di analisi, che prevedeva lo studio dei processi montali per scoprire cosa c’è nell’inconscio di una persona, e in questo modo poter intervenire con il trattamento terapeutico delle sofferenze e dei disagi psichici.
Grazie all’approccio particolare e agli speciali strumenti della psicoanalisi, il terapeuta riesce ad aiutare il paziente a scandagliare il suo inconscio, così da portare a galla i suoi disagi interiori derivanti dai traumi e dalle esperienze passate. A volte questi disagi si trasformano in vere e proprie patologie, che lo psicoanalista deve riuscire a individuare.
Gli strumenti di cui si serve sono diversi, tra cui:
- Interpretazione dei sogni
- Transfert
- Controtransfert
- Lapsus
- Errori
- Atti mancati
- Atti casuali
L’approccio del terapeuta è diverso rispetto a quello applicato in altri metodi di psicoterapia: qui il paziente si colloca in posizione sdraiata sul lettino, e lo psicoanalista resta seduto alle sue spalle, al di fuori del suo campo visivo.
Inoltre, un’altra caratteristica peculiare della piscoanalisi è che segue un setting preciso: le sedute devono avvenire da 2 a 4 volte a settimana, e ognuna deve avere una durata di circa 45-50 minuti.
Ora che sappiamo che cos’è la psicoanalisi e quali sono le sue caratteristiche, vediamo lo psicoanalista cosa fa per aiutare il suo paziente.
Psicoanalista cosa fa
Lo psicoanalista è quindi il terapeuta che applica la psicoanalisi per favorire il benessere nei suoi pazienti, che hanno disturbi psicologici o disagi interiori. Principalmente, le persone che si rivolgono a questa figura presentano disturbi come ansia, ossessioni e fobie.
Ma cosa fa esattamente per aiutare queste persone? Si occupa di guidare il paziente nell’esplorazione del suo inconscio, in modo da fare emergere ricordi, traumi ed esperienze del passato che nel tempo possono scatenare -o hanno già scatenato- i disturbi o le patologie. Lo guida nel senso che non gli dà indicazioni precise, non gli dice cosa deve fare e non fa molte domande, ma lascia che sia il paziente a scandagliare il suo inconscio e lui gli fornisce solo i mezzi per farlo. Interviene poco, a volte pone domande ma non si sostituisce mai nel percorso personale del paziente. Diventare psicoanalista non è per niente semplice, perché bisogna essere in grado di mantenere il distacco senza però risultare distante dal paziente: una vera e propria sfida.
Come abbiamo detto, lo psicoanalista si pone alle spalle del paziente che invece è sdraiato sul lettino. Questa posizione di non contatto visivo favorisce l’abbandono totale del paziente, e la mancanza di imbarazzo nel guardare in faccia il terapeuta e aprirsi con lui, parlando delle realtà più intime del proprio vissuto.
Differenza tra psicologo e psicoanalista
C’è differenza tra psicologo e psicoanalista? Certo che sì, e anche tanta!
Infatti, lo psicologo non è un terapeuta, e quindi non può né trattare disturbi psicologici né tantomeno psichiatrici. Inoltre, non ha alcuna competenza medica, perciò non può prescrivere farmaci ai suoi pazienti. Lo psicologo è una figura da cui chiunque può andare, senza necessariamente presentare un disturbo psicologico: in un periodo particolarmente stressante, a seguito di un lutto o per qualsiasi altra circostanza, ci si può rivolgere allo psicologo. Qui si analizzerà il proprio stato d’animo con il dialogo, e si continueranno le sedute fin quando lo si riterrà necessario per la propria salute mentale.
Lo psicoanalista, invece, è una figura più specializzata, e in base al percorso di studi (che dopo vedremo) può essere un medico o uno psicoterapeuta.
Te ne parliamo meglio qui: Come diventare psicologo, cosa fa e stipendio
Differenza tra psicoanalisi e psicoterapia
Avrai potuto notare che abbiamo appena definito lo psicoanalista come psicoteraputa. Ma… quindi c’è differenza tra psicoanalisi e psicoterapia?
Nì.
Possiamo dire che lo psicoanalista è un tipo di psicoterapeuta che si concentra sulla vita inconscia del paziente, e applica un approccio specifico con gli strumenti tipici della psicoanalisi che abbiamo visto prima. Lo psicoterapeuta, invece, concentra la sua attenzione sugli aspetti consci e preconsci, sulla capacità riflessiva del paziente e sui pattern emotivi. Un’altra differenza che possiamo trovare è che, mentre un percorso psicoterapeutico può avere una durata variabile in base alla persona, i percorsi di psicoanalisi durano svariati anni.
Sono quindi figure molto simili che affrontano i disagi interiori e psicologici in maniera differente, e che quindi risultano adatti per persone diverse in base alle proprie caratteristiche personali.
Per approfondire: Psicoterapeuta: cosa fa, percorso di studi e stipendio
Come diventare psicoanalista: percorso di studi
Per diventare psicoanalista, come prima cosa ci vuole tanta determinazione: il percorso di studi è piuttosto lungo, perciò devi essere spinto da una forte passione per affrontarlo. A differenza di figure come lo psicomotricista, infatti, lo psicoanalista deve affrontare un percorso di studi della durata di 9 o 10 anni, a seconda delle scelte che fa.
Insomma, un decennio passato a studiare deve proprio valerne la pena! Ma quali sono i passaggi del percorso per diventare psicoanalista? Eccoli qui:
- Laurea
- Abilitazione alla professione
- Scuola di Specializzazione
- Percorso di analisi personale
Ma inforchiamo la lente d’ingrandimento ed entriamo più nel dettaglio, in modo che tu possa renderti davvero conto del percorso che ti aspetta.
Laurea per diventare psicoanalista: quale scegliere?
Come primo step, naturalmente per diventare psicoanalista bisogna frequentare l’università e ottenere la laurea. Ma quale? Hai due opzioni tra cui scegliere:
- Medicina e Chirurgia, percorso a ciclo unico della durata di 6 anni che comprende un tirocinio di 3 mesi all’interno di strutture ospedaliere;
- Psicologia, percorso di triennale e magistrale (3+2) che porta all’ottenimento del titolo di psicologo.
Questa scelta comporterà un’importante differenza, quella tra essere medico oppure no. Naturalmente, se opterai per il primo percorso avrai delle competenze mediche che ti consentiranno anche di prescrivere farmaci ed effettuare diagnosi.
Ad ogni modo, entrambi i percorsi universitari sono ad accesso programmato e prevedono un test d’ingresso. Per quello di Psicologia ti rimando al nostro articolo sul percorso dello psicologo, in cui ti spieghiamo come funziona.Per Medicina, invece, abbiamo per te un articolo approfondito sul Test d’ingresso di Medicina e Chirurgia, con preziosi consigli su come prepararti al meglio aggiornati per l’anno in corso!
Diventare psicoanalista con laurea in filosofia: si può?
Molti chiedono se sia possibile diventare psicoanalista con laurea in filosofia; non è raro, infatti, che persone appassionate di filosofia siano interessate particolarmente anche agli studi di Freud e Jung.
Ma allora si può?
No. O meglio, non più: anni e anni fa in Italia era possibile diventare psicoanalista con laurea in filosofia, e anzi molti professori universitari hanno alle spalle studi di questo tipo. Anche molti dei psicoanalisti più famosi hanno alle spalle questo iter formativo, come per esempio Cesare Musatti, tra i primi a porre le basi della psicoanalisi in Italia.
Oggi però non si può più, perché l’accesso alle Scuole di Specializzazione è concesso solo a coloro che siano laureati in Medicina o in Psicologia.
Abilitazione alla professione di psicoanalista
Anche l’ottenimento dell’abilitazione all’esercizio varia a seconda del percorso scelto per diventare psicoanalista.
Se opti per il percorso di Medicina la laurea è abilitante, perciò non dovrai fare nient’altro per abilitarti. Se invece scegli di affrontare Psicologia, allora alla fine del corso di studi dovrai affrontare un importante Esame di Stato e un tirocinio professionalizzante della durata di 12 mesi.
Specializzazione Psicoanalisi: come si ottiene?
Una volta ottenuta la laurea -una delle due possibili- è il momento di specializzarsi in Psicoanalisi. Come?
Iscrivendosi presso una delle possibili Scuole di Specializzazione in Psicoterapia riconosciute dal MIUR. Gli studi in questi istituti hanno una durata minima di 4 anni, durante i quali si vanno finalmente ad approfondire le materie che hanno il focus sulla psicoterapia.
Nel tuo caso dovrai scegliere una Scuola di Specializzazione a orientamento psicoanalitico, in base alle correnti di pensiero che preferisci seguire. Le scuole riconosciute più comuni sono:
- SPI (Società Psicoanalitica Italiana), di stampo Freudiano
- CIPA (Centro Italiano di Psicologia Analitica), di stampo Junghiano
- Istituto Alfred Adler, Scuola Adleriana di Psicoterapia
- IPOL (Istituto Psicoanalitico di Orientamento Lacaniano)
Durante gli anni di studio specialistico effettuerai anche diverse ore di tirocinio in strutture pubbliche o private del Sistema Sanitario Nazionale. Questa opportunità ti sarà davvero utile per toccare con mano la tua professione futura, e iniziare già a capire cosa significa diventare psicoanalista.
Percorso di analisi personale
È estremamente consigliato -e anche richiesto da alcune Scuole per l’accesso- che l’aspirante psicoanalista affronti un personale percorso di analisi per essere in grado di raggiungere i seguenti obiettivi:
- Conoscere a fondo se stesso ed esplorare il proprio inconscio
- Assicurarsi di non avere conflitti personali irrisolti che possano ripercuotersi negativamente sulla vita professionale (e quindi sui pazienti)
- Individuare il metodo migliore da applicare con i propri futuri pazienti
Insomma, si tratta di un vero e proprio training per capire sulla tua stessa pelle quali sono gli effetti e i benefici della psicoanalisi: per diventare un buon terapeuta questo passaggio è fondamentale.
Come ti accennavamo, molto spesso è proprio richiesto dagli istituti come requisito che il candidato stia affrontando -o sia in procinto di cominciare- un percorso di analisi personale della durata di almeno qualche anno.
Qualità e caratteristiche dello psicoanalista
Quando si ha a che fare con la salute delle persone, c’è sempre bisogno di speciali qualità personali, senza le quali rischi di fare seri danni alla persona che si affida a te. Diventare psicoanalista non è una passeggiata, e svolgere questo lavoro non è un gioco: è fondamentale assicurarsi di essere la persona giusta per farlo!
E la persona giusta presenta qualità come:
- Empatia: qualcuno che sminuisce i problemi di natura psichica altrui ovviamente non è adatto a fare questo lavoro. L’empatia è alla base di lavori che riguardano l’ascolto, come anche quello del life coach per esempio.
- Ascolto attivo: è la capacità di ascoltare qualcuno osservandone anche il linguaggio non verbale, comprendendo ciò che ci vuole dire nel profondo. Si basa sull’empatia ed è parte fondamentale della buona riuscita di un percorso psicoanalitico. Un terapeuta deve sempre applicare l’ascolto attivo e non giudicante per essere in grado di creare una buona relazione con il suo paziente.
- Sincerità: come terapeuta non dovrai dare false illusioni al tuo paziente, bensì presentargli e comunicargli la realtà così com’è, anche se dura. La sincerità è imprescindibile per fare in modo che il paziente possa vedere in te una figura di fiducia, e più si fiderà di te più sarà capace di aprirsi e raccontarsi.
- Capacità di adattarsi: in base alla persona che hai davanti dovrai saper essere flessibile e adeguare il tuo approccio per far sì che sia più efficace.
Quanto guadagna uno psicoanalista: stipendio e condizioni di lavoro
Lo psicoanalista lavora in centri medico-psicologici o più comunemente presso uno studio privato: si tratta di lavoro autonomo, perciò bisogna considerare che parte dei guadagni saranno da investire in utenze e affitto, oltre che per pagare le tasse.
Questo significa però che le tariffe sono variabili, e dipendono dall’accordo che avviene tra lo psicoanalista e il suo paziente. In genere, una seduta dura dai 20 ai 50 minuti e ha un prezzo che va dai 20 ai 120€ in base all’esperienza, alla zona in cui lavora e alle esigenze. Più sarai rinomato più le persone si affideranno a te nonostante il costo, perciò punta a diventare psicoanalista al meglio delle tue possibilità per alzare i tuoi guadagni!
Tieni a mente anche che il paziente paga tutte le sedute, anche quelle che ha saltato.
Ma quindi: quanto guadagna uno psicoanalista? Dipende da molti fattori, ma lo stipendio medio dello psicoanalista si aggira intorno ai 38 000€ l’anno, che corrispondono a circa 3100€ al mese.
In particolare, una figura entry-level ha uno stipendio annuale di 33 000€, mentre una più esperta e con più anni di pratica alle spalle raggiunge anche i 46 000€ all’anno.
Insomma, c’è possibilità di guadagnare bene e anche di crescere con l’esperienza: dal punto di vista monetario, diventare psicoanalista può essere davvero vantaggioso. Ma non è l’unico aspetto positivo di scegliere questa professione, anzi! Lo psicoanalista ha l’opportunità di fare del bene, di aiutare le persone in modo concreto, facendo qualcosa. Ti lascio qui sotto un altro profilo professionale di questo genere che potrebbe interessarti, e ti auguro buona fortuna per il tuo futuro!
Al prossimo orientamento!
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