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Come diventare insegnante e salvare il futuro del mondo!

Se vuoi cambiare il futuro non devi per forza scoprire un nuovo pianeta, fare l’astronauta o inventare chissà che: perché semplicemente non scopri come diventare insegnante?

Avrai infatti un ruolo fondamentale nella crescita degli adulti di domani, e perciò contribuirai tu stesso all’evoluzione del mondo e dell’umanità. E delle due cose che si intersecano tra loro. Insomma, l’insegnante collabora in modo non trascurabile allo sviluppo di bambini e ragazzi, ed è perciò un lavoro di grande responsabilità.

Voglio darti un consiglio spassionato già dall’inizio: non farlo se non è la tua prima scelta, se non senti la “vocazione”. Ci sono già troppi insegnanti frustrati a popolare le scuole e a fare danni irreparabili!

Vediamo oggi come diventare insegnante all’asilo, alle elementari o alle medie, cosa fa e che stile di vita può avere grazie a orari e stipendio.

E se vuoi scopri qui le opportunità per lavorare con i bambini!

Cosa fa un insegnante?

Iniziamo con definire chi è: l’insegnante è quella figura professionale che lavora in asili, scuole elementari medie o superiori di ogni tipo, perciò licei, istituti tecnici o professionali.

Insegna, cioè ha delle conoscenze ed è in grado di spiegarle e farle apprendere ai suoi alunni: le materie che si possono insegnare sono le più varie che a tutti è toccato studiare nella nostra vita. Matematica, scienze, geografia, italiano, per poi crescere e arrivare a dover studiare fisica, greco e filosofia. Insomma, cosa potrai insegnare dipenderà dagli studi che avrai fatto e da che tipo di docente vorrai essere.

Ma come si insegna? Cosa fa veramente una maestra, per esempio? Il processo di insegnamento è suddiviso in precisi step, in compiti diversi che confluiscono tutti in un obiettivo finale, cioè l’apprendimento.

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1. Progetta l’offerta formativa

Ogni scuola compila la propria offerta formativa, in cui descrive le scelte pedagogiche, gli obiettivi che si pone di raggiungere, le attività didattiche e le risorse necessarie a realizzarle. È il biglietto da visita di una scuola o anche di un Ateneo: lì c’è scritto tutto quello che ti garantirà quell’istituto.

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2. Prepara gli argomenti delle lezioni e il materiale didattico

Quando un insegnante entra in classe, non improvvisa: ciò che si farà in quelle due ore lo ha studiato, organizzato e preparato in precedenza. Avrai perciò il compito a casa di preparare le lezioni che svolgerai di volta in volta, e considerando quante ore hai a disposizione ti regolerai di conseguenza. Voglio dire, se sai di dover stare con la classe per un’ora non decidi che si leggeranno 13 capitoli de I promessi sposi. Diventare insegnante significa saper gestire il tempo al meglio, dedicando il giusto spazio a lezione teorica, pratica, interrogazioni ed esercizi da svolgere insieme.

3. Gestisce i corsi e tiene le lezioni

Quello che hai preparato, poi, ovviamente dovrai padroneggiarlo per esporlo alla classe. Ogni insegnante ha il proprio metodo: alcuni fanno interagire di più gli alunni facendoli leggere, altri preferiscono fare da soli.

Alcuni sono più avvezzi a fare domande, altri aspettano di riceverle.

C’è l’insegnante che programma le interrogazioni e quello che: “buongiorno, buon inizio settimana e buona verifica a sorpresa”. Insomma, capirai durante il tragitto che metodo usare. Se vuoi un consiglio, però, non innalzare una barriera, o meglio, non fare della cattedra un muro di plexiglas: il regime del terrore non fa bene a nessuno.
Né ai tuoi alunni né a te stesso.

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4. Compie verifiche scritte e orali

E questo non significa solo passare un’ora in classe nel silenzio più totale mentre i tuoi alunni soffrono e rispondo incertamente alle domande, no. Questo significa che deciderai che domande fare e in che modalità, sceglierai una scala di valutazione e, a esame fatto, correggerai attentamente ogni risposta, facendo i conti giusti e dando i voti.

Anche nelle interrogazioni dovrai avere un sistema univoco per valutare i tuoi alunni, anche se è più difficile essere totalmente imparziali quando si tratta di domande aperte, di vere e proprie conversazioni.
Diventare insegnante è anche questo: fa parte del gioco.

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5. Corregge i compiti dati per casa

Alle elementari è d’obbligo che, quando si torna in classe dopo il weekend, si correggano i compiti svolti. E fidati che può essere un processo veramente lungo: magari avevi prefissato un obiettivo per quella mattinata e invece siete riusciti soltanto a correggere. Soprattutto con i più piccoli passerai tra i banchi a visionare tutto, quaderno per quaderno.

Alle scuole secondarie non è una regola fissa controllare i compiti, ma io ricordo una professoressa che ci faceva rifare da capo le versioni di latino già fatte a casa. Senza dizionario, senza quaderno davanti, senza matita per fare l’analisi… Perché così capiva se avevamo usato Skuola Sprint. Vabbè, non ti dico che cosa ne veniva fuori.

6. Monitora l’andamento della classe e soprattutto del singolo

Sì, diciamo che se in una verifica di matematica hanno preso tutti 4 c’è un problema di fondo: sono loro o sei tu? Dovrai capire questo, e ogni giorno dovrai anche considerare i tuoi alunni non come classe ma come persone singole. Valutare se migliorano, se invece peggiorano, se sono cambiati anche nel comportamento. C’è un ragazzino che è sempre stato attento: all’improvviso, è la terza volta in due settimane che si addormenta con la testa sul banco. Qualcosa non va?

Non sei lì solo per insegnare e dare dei voti, ma li accompagni nella loro vita, nel periodo più delicato del loro sviluppo. Sei quasi come un terzo genitore, e molto spesso passano più tempo a scuola che a casa, perciò devi prenderti cura di tutti loro non solo nell’ambito dell’apprendimento.

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7. Organizza uscite didattiche

insegnante foto 2Ah, che bello andare in gita! Partire alle 7,30 da casa con nello zaino solo il famoso pranzo al sacco e un paio di Kodak usa e getta… Okay, forse siamo andati un po’ troppo indietro nel tempo. Ad ogni modo, le uscite didattiche sono una delle cose più belle della scuola: imparare divertendosi, imparare direttamente sul posto.

In quei giorni anche i professori più burberi assumono un’altra luce, indossano un sorriso e un cappellino da turista e finalmente si sciolgono un po’. Purtroppo, però, sempre più docenti si rifiutano di accompagnare i ragazzi in gita: questo perché sono sommersi di responsabilità e dal 2005 sono privati dell’indennità di trasferta. Vale a dire che non vengono pagati per la giornata fuori porta, anzi, devono anche comprarsi il biglietto per il pullman.
E sono comunque responsabili di tutti i ragazzi che accompagnano, 24 ore su 24.

8. Cura i rapporti con le famiglie

L’insegnante, infine, si premura di comunicare e collaborare con la famiglia se un alunno si mostra disinteressato, se ha fatto qualcosa di grave, se ha confidato un fatto importante, insomma per qualsiasi cosa che i genitori dovrebbero sapere. Organizza anche giornate intere dedicate ai colloqui con le famiglie per parlare dell’andamento scolastico e comportamentale degli alunni.

Pro e contro di diventare insegnante

Come in ogni cosa, se lo fai per passione non ti peserà nulla. Diciamo però che a volte può essere meno piacevole passare un’ora a cercare di avere l’attenzione della classe, senza riuscirci. A volte i giovani -soprattutto i ragazzini delle medie- sanno essere veramente pesanti, e arriverai a casa stremato e con la sola voglia di dormire due giorni. Se hai lavorato come babysitter nella tua vita e dopo due ore pensavi di impazzire, forse non saresti un ottimo insegnante. Inoltre l’ambiente scolastico può non essere dei migliori, riferendoci proprio a colleghi e preside.


Al contrario, però, ho trovato tre importanti lati positivi:

  • Orario. Lavorando prevalentemente di mattina, avrai tutto il resto della giornata libera senza interruzioni. Se saprai organizzarti bene con correzioni e preparazioni delle lezioni successive, potrai dedicarti a molto altro nella tua vita.
  • Ferie. Considera che sarai a casa in ogni giorno di festa, farai i cosiddetti “ponti” e avrai lunghe vacanze per Natale e per Pasqua. Ma, oltre a questo, avrai circa due mesi di totale relax estivo! Sarà come fare le vacanze che facevi da studente per sempre!
  • Perfezionamento. I primi anni dovrai creare dal nulla le tue lezioni, riordinare gli argomenti, trovare il tuo metodo d’insegnamento. Ma, andando avanti nel tempo, ricomincerai a spiegare le stesse cose a nuovi alunni, perciò dovrai soltanto riorganizzare tutto, aggiornare dove è necessario e perfezionare il tuo metodo in base ai risultati che hai avuto con gli alunni precedenti. Insomma, piano piano avrai sempre meno cose a cui pensare e sempre più risultati buoni.

Come diventare insegnante: percorso di studi

Okay, con questi ultimi tre punti mi sa che ti ho convinto e sei ancora qui perché vuoi sapere come diventare insegnante. Dobbiamo subito fare una distinzione, perché esistono due percorsi diverse destinati a due tipi di insegnamento differenti: per i più piccini e per i più grandi. Vuoi diventare maestro o professore? Le cose cambiano!
Ma tutti e due i percorsi prevedono la laurea. Più 24 CFU aggiuntivi, che con la riforma della scuola data dalla legge n.79 del 29 giugno 2022 sono aumentati a 60.

Inoltre, per insegnare bisogna superare un concorso docenti pubblico nazionale, indetto con cadenza annuale. Anche qui la riforma ha cambiato un po’ le cose: la prova scritta che prima era a risposta multipla adesso sarà composta da domande aperte.

Infine, per diventare insegnante manca un ultimo passaggio: un anno di servizio in prova con un test finale e valutazione.

Ricapitolando, il percorso sarà così strutturato:

  • Laurea di 5 anni (adesso vediamo quale in base ai casi)
  • 60 CFU o CFA per le competenze teorico-pratiche in materie socio-psico-pedagogiche
  • Concorso docenti
  • Un anno di prova con test finale

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1. Diventare insegnante alla Scuola dell’Infanzia e Primaria

Per insegnare alla materna o alle elementari, dovrai laurearti in Scienze della Formazione Primaria.

È un corso quinquennale composto da lezioni frontali e una buona parte di tirocinio, che si svolge affiancando una maestra in una scuola.

È a numero chiuso, perciò dovrai fare un test d’ammissione; non temere, solitamente i posti disponibili sono molti, circa 200.

Leggi qui Come prepararsi al Test in Scienze della Formazione Primaria!

2. Diventare insegnante alle Scuole Medie e Superiori

In questo caso, invece, dovrai essere laureato nella materia che vuoi insegnare. Lettere ti porterà ad essere un prof di italiano, storia ed epica; Lingue moderne e insegnerai inglese, Lingue Antiche e ti giostrerai tra greco e latino. E così via: l’importante è avere una laurea magistrale.

Tutti sanno bene che entrare di ruolo non è per niente facile, che ci vogliono veramente anni per ottenere una cattedra e che per una buona parte di carriera si coprono assenze e si tappano buchi. Per poter essere reclutato, una volta presa la laurea, dovrai richiedere l’iscrizione alle graduatorie e aspettare d’essere contattato.

Non ti scoraggiare se ti sembra tutto nero: ogni percorso ha i suoi ostacoli, altrimenti sarebbe una noia, altrimenti chiunque potrebbe farcela. E invece ce la farai tu, con la convinzione e la determinazione, la passione e il merito!

Fidati di me, ma soprattutto fidati di te.

In ogni caso, ricorda che puoi anche decidere di salire di livello e concorrere per diventare dirigente scolastico!

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Quanto guadagna un insegnante? Stipendio

Non molto, ma nemmeno male.
Per quanto riguarda un maestro, partiamo da 19000€ all’anno per i primi tempi per arrivare gradualmente fino a 28000. Per i professori invece si parte da 21000 per poter raggiungere i 31000. Considera una media mensile tra i 1200 e i 1500€, lavorando:

  • 22 ore a settimana (elementari),
  • 25 ore a settimana (asilo)
  • 18 ore a settimana. (scuole secondarie)

Allora? Hai deciso che diventare insegnante fa per te? Ricordati che è importante, se decidi di prendere questa bellissima strada, insegnare con passione. Solo così avrai l’attenzione dei tuoi alunni, il loro rispetto e vedrai grandi risultati da parte loro. Dovrai essere comprensivo, quindi, attento alle inclinazioni di ognuno, sicuro di te ma non autoritario. Dovrai essere te stesso: pensi di farcela?

 E, per citare il miglior insegnante di tutti i tempi, ossia Robin Williams ne L’Attimo Fuggente:

Carpe diem. Cogliete l’attimo, ragazzi. Rendete straordinarie le vostre vite

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