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Come diventare editor: lavorare come redattore editoriale

Il mondo dell’editoria è avvolto nel mistero: tutti sanno che esiste l’autore che, con la sua penna magica, scrive storie incredibili che hanno un successo mondiale. Pochissimi però tengono conto di tutte le altre figure professionali che lavorano su quelle stesse parole, come per esempio il traduttore: come farebbero in Bolivia a leggere Stephen King senza il suo lavoro? Oggi, però, parliamo del percorso per un’altra figura, dal lavoro pressoché sconosciuto ai più: come diventare editor, o redattore editoriale. Anche conosciuto come curatore editoriale, ma mai come editore: quella è un’altra cosa!

Ti dico subito che per poter diventare editor avrai bisogno di:

  • Padronanza della lingua italiana
  • Laurea
  • Un po’ di fortuna

Chi è? Qual è il suo ruolo nella realizzazione di un libro? E perché è così tanto importante il suo lavoro? Scopriamo tutto in questo articolo su come intraprendere questa strada, requisiti, mansioni e anche quanto guadagna un editor!

Requisiti per diventare editor o redattore editoriale

Come vedremo più giù, non esiste nessun iter specifico per diventare redattore editoriale. Ciò non vuol dire, però, che chiunque possa farlo: è un lavoro di grande impegno e dedizione, non ti basta essere un amante della lettura e dell’odore di libri nuovi. Però questo è già un buon inizio. Diciamo che sicuramente senza la passione per la lettura non puoi nemmeno pensare di diventare editor.

Oltre a ciò, devi avere un’impeccabile preparazione grammaticale e culturale. Hai presente quella persona che ha sempre qualcosa di cui parlare riguardo ogni argomento? Ah, sei tu? Ottimo allora!
In pratica, devi essere il perfetto concorrente de L’Eredità, un Massimo Cannoletta 2.0.

Editor cosa fa

Diventare editor è una scelta abbastanza coraggiosa, perché è un lavoro che prevede la modifica dell’opera di un autore. E, forse non lo sai, gli autori sono MOLTO gelosi dei loro scritti, come fossero i loro figli. Alla fine li hanno creati loro.
Perciò devi avere molto polso e saper avere a che fare con persone leggermente permalose.

Quindi il redattore editoriale è colui che sistema un manoscritto e lo prepara alla pubblicazione. Ne corregge l’aspetto come un’estetista con la nostra pelle.

Alt! So cosa stai per dire: è uguale a fare il correttore di bozze! No, non è uguale, anche se molto spesso una sola persona fa entrambe le cose: il correttore di bozze infatti si limita a correggere gli errori tipografici. L’editor, invece, fa una revisione totale, che si divide rispettivamente in due categorie: copy editing e content editing. Vediamo insieme a cosa corrispondono.

1. Copy editing

Il copy editing è tutta la parte di correzione che si occupa della forma dell’opera, del copy, cioè il testo. È sempre da questa parola che viene il nome del copywriter infatti!

Nello specifico, il copy editing si riferisce alla correzione e alla sistemazione di:

Scorrevolezza delle frasi: questo paragrafo è tutto una frase? L’autore ha fatto tre giri della morte e due avvitamenti in quest’altra frase? “Un essere vivente dal corpo ricoperto di resina e la chioma composta da una miriade di foglie pigmentate di verde” per dire “albero”? Forse è meglio intervenire: penna (o tastiera, più probabilmente) alla mano e spazza via quegli erroracci!

Ripetizioni: il tuo peggior nemico se vuoi diventare redattore editoriale. “Il libro che si trovava sul tavolo era il libro della sorella: gli aveva prestato il suo libro per l’esame.” Qualcuno per caso ha detto libro? Sì, anche troppo. Ti prego, fa’ qualcosa!

Insomma, se fai qualche passo indietro con la tua mente di almeno qualche anno, ti ritroverai la voce della tua insegnante che inveiva contro le ripetizioni nel tema in classe. Ecco, ora quell’insegnante strillona sei tu.

Errori e refusi: questa parte di lavoro è simile o equivalente a quella del correttore di bozze, per questo è così comune che un editor sia entrambe le figure. Si tratta di individuare, captare anche la più piccola svista, un accento di troppo, un nome discordante dall’articolo. Aguzza la vista e trovali tutti: ci sono sempre. Anche negli scritti degli autori più attenti.

2. Content editing

Qui entriamo nel campo di competenza del solo redattore: un correttore, infatti, non può intervenire sul contenuto di un’opera. Il content editing è il privé dell’editor, ma in che modo invece può modificarlo?

  • Struttura logica dell’opera. L’editor dà una lunga visione d’insieme, e si domanda: questo scritto ha un senso? È coerente? Si regge in piedi? Lo stile di scrittura è lo stesso dall’inizio alla fine o si parte dall’essere Manzoni e si arriva a Checco Zalone? Tu ti occuperai di omogeneizzare l’opera nel suo totale; dopodiché passerai in rassegna ogni scena singolarmente, ponendoti le stesse domande.
  • La scelta delle parole. Perché l’autore ha preferito un termine piuttosto che un altro? È una scelta stilistica accettabile o va cambiata? Questa è la parola adatta? Chi meglio di te può saperlo: sei un editor, avrai studiato il vocabolario per avere sempre la mot juste, la parola adatta ad ogni cosa.
  • Affinità con il target. Un libro, per avere successo, non deve essere per forza denso di paroloni e frasi metaforiche incomprensibili ai comuni mortali. Pensa, per esempio, a una raccolta di fiabe per bambini, piena di colori e illustrazioni: potrà mai andar bene usare il modo di dire “tagliamo la testa al toro”? Non traumatizzare dei poveri bambini: pensa al target a cui ti stai riferendo. Sempre.
  • Tridimensionalità. I personaggi di una storia sono persone vere: all’interno del libro loro vivono, respirano, amano, piangono, soffrono. Le loro emozioni devono uscire dalle pagine e colpire il lettore; nessuno ama leggere libri in cui i personaggi se ne stanno quieti tra le parole, non hanno un filo coerente che li muove e sono troppo “perfetti” per essere umani. Ogni personaggio, poi, ha la sua voce, che deve mantenersi per tutto lo scritto. Se l’autore ha scritto una bella storia ma con dei personaggi morti o sconclusionati, è compito tuo dargli la vita e un senso.
  • Informazioni errate. Sappi che un editor sa tutto: ha studiato qualsiasi cosa ed è il migliore nei cruciverba, e sai perché? Proprio per adempiere a questo compito. Se l’autore scrive nel suo tuo libro che “i due si incontrarono finalmente al confine tra Bosnia e Slovenia” tu sarai pronto ad alzare gli occhi al cielo e dire: quindi in Croazia? È in mezzo. Insomma, l’editor deve sapere tutto e, soprattutto, quando non sa mette sempre in dubbio: sarà vero? Andiamo a controllare che è meglio.
  • NON cancellare l’autore. Tu sei un redattore, devi curare l’opera nei suoi punti imperfetti, ma non devi minimamente intaccare lo stile di chi quell’opera l’ha scritta, e ci ha messo dentro amore, impegno e sacrificio. Lo stile di un autore è la sua voce: non spegnerla, ma migliorane solo l’intonazione. Come un ghost writer tu stai nell’ombra, sei come un angelo custode, un grillo parlante.

In base alla dimensione della realtà in cui si lavora, questo compito può essere svolto dall’editor o in prima persona dal content manager.

Come diventare editor o redattore editoriale?

Se sei arrivato fin qui è perché il tuo interesse è piuttosto intenso. Bene, mi raccomando come ogni volta di non lasciarti scoraggiare se il percorso che sto per esporti non è una passeggiata sul lungomare. Sii determinato e arrivi dove vuoi! Detto questo, non esiste un albo degli editor, pertanto i percorsi possibili per diventare redattore editoriale sono più di uno.

  • Laurea. Al primo posto perché negli ultimi anni pare essere diventata quasi indispensabile, quindi non la devi avere ma forse la devi avere. I corsi di laurea triennale più comuni per fare il redattore sono Lettere e Scienze della Comunicazione, che offrono la possibile magistrale di Editoria e Giornalismo o Informazione ed Editoria. Ovviamente, esistono editor specializzati in alcuni settori, per esempio quello scientifico: in questo caso, sarà sempre preferito un laureato in qualcosa di inerente. In corso d’opera, poi, potrai decidere che il tuo obiettivo invece è fare il giornalista!
  • Un po’ di fortuna. Non ti illudere, è veramente raro essere assunti come redattori senza almeno una laurea triennale. Però mai dire mai… provaci se è ciò che vuoi! Se hai qualche conoscenza nel settore o se ti senti veramente portatissimo tu proponiti ugualmente! Tentar non nuoce, non farlo sì.
  • Freelance. Quando parliamo di fare l’editor in proprio, quindi in smart working, non è necessario essere qualificati in qualche modo, non ti serve né la laurea né nient’altro. Solo la tua bravura: credi di potercela fare? Fai esperienza con qualcuno che conosci, prova a proporti a qualche autore su Wattpad, per esempio. Se la tua migliore amica ha scritto un libro pratica la tua capacità di editing così: attento però, non finite a litigare! Te l’ho detto che gli autori sanno essere molto permalosi sulle loro opere…
  • Corsi. Qualcuno esiste, per esempio questo corso dell’istituto Armando Curcio, in cui studierai attentamente la storia dell’editoria, la figura professionale dell’editor e perfezionerai la lingua italiana. Oltre alle lezioni, poi, è previsto uno stage di 140 ore direttamente in Armando Curcio Editore, da cui uscirai con un attestato di partecipazione e una lettera di referenza. Il corso costa 900€: se diventare editor è proprio quello che vuoi fare, lavora un mesetto o due come cameriere o babysitter e potrai autofinanziarti questo corso! 🙂

Questo video potrebbe esserti utile, risponde alla domanda: cosa studiare per diventare redattore editoriale?

Leggi anche: Scienze della comunicazione: sbocchi lavorativi

Quanto guadagna un editor: stipendio del redattore editoriale

Ma quanto guadagna un redattore editoriale? Non esiste uno stipendio universale per ogni editor di questo mondo: dipende dalla casa editrice o dall’azienda editoriale in cui si lavora, da quanto si lavora se si è freelance e da molteplici altre variabili. Comunque, in linea di massima diventare editor con media esperienza ti farà guadagnare sui 12€ all’ora.  Il guadagno si basa su quante cartelle fai, proprio come per quanto riguarda il correttore di bozze.

Uno di quelli importanti, invece, con una buona fama, può arrivare anche a 30 000€ l’anno: insomma, crescere si può crescere. Che dici, ci proviamo a diventare redattore editoriale o no?

Ora lascio tutto nelle tue mani: hai le conoscenze necessarie a decidere se diventare editor è la scelta migliore per il tuo futuro. Noi di Orientativamente possiamo darti solo più informazioni possibili, ma la decisione finale spetta solo e soltanto a te, e nessuno può sapere cos’è meglio per te al posto tuo. Se non sei del tutto convinto, datti tempo per pensare e leggi altri articoli come questo per avere un’idea più generale di cosa ti offre il mondo.

Buona fortuna! Facci sapere nei commenti se questo lavoro ti ha convinto o se hai avuto qualche esperienza nel mondo dell’editoria!

Alla prossima!

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2 pensieri su “Come diventare editor: lavorare come redattore editoriale

  1. Vorrei informarvi che il vostro articolo è perfetto solamente a livello teorico. Nella realtà dei fatti ci sono case editrici che “pagano” i propri collaboratori professionisti (laureati, con esperienza e con indiscusse capacità) 80 euro netti per 200 ore di lavoro. Altro che 30.000 euro all’anno! Gli “editori” italiani NON pagano… chi vuole lavorare in questo settore fa volontariato.

    1. Purtroppo sappiamo bene che in Italia la teoria è una cosa e la realtà poi raramente la rispetta. Ma speriamo sempre che le cose possano migliorare e che il lavoro, in ogni sua forma, venga giustamente considerato e onorato.

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