Oggi vediamo insieme come diventare consulente del lavoro: servirà la laurea? Quali sono i requisiti? Quanto si arriva a guadagnare? E un consulente del lavoro cosa fa esattamente?
Si tratta di una di quelle professioni che conosciamo per sentito dire ma non abbiamo la minima idea di ciò in cui consiste e delle mansioni che comporta: ti ritrovi in questa descrizione? Be’, anch’io prima di scoprire quanto invece è importante questa figura!
Le domande a cui rispondere sono tante, perciò non perdiamoci in chiacchiere e iniziamo subito: alla fine di questo articolo avrai tutte le informazioni necessarie per stabilire se questa possa o meno essere la tua strada.
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Consulente del lavoro: cosa fa
Il consulente del lavoro è la figura professionale riconosciuta dalla legge (L. n.12 del 1979) che si occupa di aiutare le aziende nella gestione del personale secondo le normative.
È autorizzato quindi a gestire i rapporti tra il dipendente e l’azienda, intervenendo nella gestione di tutte le fasi di un rapporto di lavoro.
Nel dettaglio si occupa di:
- Selezione del personale, in strettissima collaborazione con l’HR recruiter e in generale tutto l’Ufficio delle risorse umane
- Formazione del personale
- Inquadramento del dipendente
- Gestione degli adempimenti assicurativi e previdenziali
- Prevenzione nell’ambiente di lavoro
- Elaborazione delle buste paga
- Versamento dei contributi
- Comunicazione con gli enti (Agenzia delle Entrate, Inail, Inps)
Nel caso in cui il cliente non riesca a farlo da solo, il consulente del lavoro può anche incaricarsi della procedura per dare le dimissioni al suo posto.
Requisiti: serve la laurea per diventare consulente del lavoro?
È possibile diventare consulente del lavoro senza laurea?
La legge n.12/1979 dice di no. Infatti, inserisce gli studi universitari tra i requisiti fondamentali per l’esercizio di questa professione. Come dicevamo, infatti, per riuscire a svolgere al meglio le mansioni tipiche del consulente del lavoro è necessaria una grande competenza! Solo con la giusta formazione potrai acquisirla e intraprendere questa strada.
In più ti serviranno ulteriori requisiti, ovvero:
- Titolo di studio universitario
- Praticantato
- Superamento Esame di Stato
- Iscrizione all’Albo provinciale dei consulenti del lavoro
Non ci sono limiti di età, pertanto è possibile inserirsi in questo ambito anche oltre le età “canoniche” per gli universitari.
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Come diventare consulente del lavoro
Ricapitolando, quindi, per questa professione bisogna seguire un percorso ben definito, i cui passaggi sono:
- Laurea
- Praticantato
- Esame di Stato
- Iscrizione all’Albo
Non è possibile diventare consulente del lavoro senza laurea dal 2007: non cascare in qualche corso super costoso che ti promette la formazione in questa professione in meno tempo e senza frequentare l’università. Non hanno nessun valore e ti ritroveresti dopo un anno o due a non poter esercitare perché non qualificato. E con il portafoglio molto, molto più leggero.
Detto questo, vediamo nel dettaglio ogni step del percorso che dovrai intraprendere.
Università consulente del lavoro: che tipo di laurea?
Come abbiamo visto, l’università è obbligatoria in questo caso. Ma quale laurea per diventare consulente del lavoro è quella più indicata?
In realtà hai una scelta piuttosto ampia, perché non ce n’è una specifica ma diversi percorsi di studio possono portarti al tuo obiettivo.
In particolare, andrà bene una tra queste lauree triennali o quinquennali:
- Scienze politiche e relazioni internazionali
- Scienze dell’amministrazione
- Economia
- Scienze giuridiche
- Scienze dei servizi giuridici
Per quanto riguarda le specialistiche, invece, dovrai orientarti tra:
- Economia
- Scienze politiche
- Scienze della pubblica amministrazione
In alternativa poi puoi orientarti verso una laurea triennale in Consulenza del lavoro, che trovi in diversi atenei, come:
Ti ho linkato qui sopra le schede di qualche corso di studi cosicché tu possa vedere quali sono gli argomenti che si trattano e le diverse sfumature tra un’università e l’altra. Naturalmente questi sono solo tre esempi poiché si tratta di un corso abbastanza diffuso negli atenei italiani.
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Praticantato del Cdl
Dopo la laurea poi dovrai svolgere un praticantato obbligatorio di almeno 18 mesi, presso professionisti abilitati alla consulenza del lavoro da almeno 5 anni.
Sempre la legge 12/1979 stabilisce la possibilità di svolgere il praticantato anche presso:
- avvocato
- ragioniere
- commercialista
Puoi anche cominciare per 6 mesi durante l’ultimo anno di università, per accorciare i tempi.
Ricorda che l’iscrizione al registro dei praticanti è importantissima per attestare lo svolgimento del praticantato!
Questo sarà il momento in cui concentrarsi e capire se hai scelto veramente la strada che fa per te: toccando con mano la professione, i suoi strumenti, vivendo i suoi pregi e i suoi difetti.
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Esame di Stato e iscrizione all’Albo dei consulenti del lavoro
A questo punto sarai pronto ad affrontare l’Esame di Stato composto da 2 prove scritte e 1 orale, così strutturate:
- Prima prova scritta: tema su legislazione sociale e diritto del lavoro
- Seconda prova scritta: prova teorico-pratica sul diritto tributario
- Prova orale sugli stessi argomenti delle prove scritte più formazione del bilancio, ragioneria, diritto privato, pubblico e penale.
A seguito del superamento dell’esame, ti manca solo un passaggio per diventare consulente del lavoro: l’iscrizione all’Albo provinciale.
Ricorda poi che sei un professionista soggetto all’obbligo di formazione continua per rimanere sempre aggiornato perché… la legge non ammette ignoranza! E tu dovresti saperlo bene.
Quanto guadagna un consulente del lavoro: stipendio medio
Per quanto riguarda il lato economico, in questa professione se svolta con impegno si può trovare grande soddisfazione.
Considera che un consulente del lavoro entry-level percepisce uno stipendio lordo annuale tra i 23 e i 28 000€, con grande prospettiva di crescita.
Lo stipendio medio del consulente del lavoro a livello nazionale è invece di 33 500€ lordi l’anno, e a fine carriera si sfiorano addirittura i 60 000!
Insomma, niente male. Ma come ogni volta ci tengo a ricordarti di scegliere basandoti su tutti gli aspetti di un mestiere: anche un pizzaiolo guadagna bene, ma sai che vita difficile fa? Valuta tutto e, sopra ogni cosa, chiediti: sono disposto a fare questo ogni giorno della mia vita? Questo lavoro può rendermi soddisfatto e felice?
Ti lascio alle tue conclusioni, e al prossimo orientamento!
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